UNA SCIMMIA PER BOTTONE.
Alla scoperta del mondo sconosciuto dell'arte primitiva cinese.
 
di Beppe Berna
Prima pubblicazione "The Monkey as a Toggle - Discovering the Unknown World of the Primitive Art of China",
in Tribal Arts, Paris, Autumn/Winter 2000
Seconda pubblicazione, Gospark, Milano, 2002

Chui-tzu. Scimmia seduta con le mani portate al mento.
Osso o avorio.
H. cm. 4,3.
 
Appartenenti ad una tradizione che si perde nella notte dei tempi, i bottoni a cavicchio da cintura cinesi sono rimasti fino ad oggi pressoché sconosciuti al collezionismo occidentale.
La cosa appare ancor più sorprendente in quanto tali bottoni sono unanimemente considerati l'archetipo da cui sono derivati i Netsuke giapponesi che annoverano, per contro, stuoli di collezionisti in tutto il mondo.
Utilizzati per fissare alla cintura un vasto repertorio d'oggetti che il dignitario cinese portava sempre con se, erano realizzati prevalentemente in legni duri, ma anche in pietra, in corno, in avorio ed in metallo.
Oltre all'aspetto funzionale, essi rivestivano significati simbolici e religiosi fortemente differenziati e spesso compositi (amuleti, talismani per la fertilità, simboli di rango, sigilli, figure religiose...).

Chui-tzu. Scimmia seduta, intenta a mangiare una pesca.
Legno duro.
H. cm. 4.

Al di là dei dati numerici, devo ancora ricordare che una connotazione estremamente importante è quella concernente l'aspetto artistico: tra i chui-tzu, infatti, sono proprio le infinite variazioni del tema della scimmia quelle che più apertamente s'improntano, sul piano morfologico, ad un primitivismo che richiama strettamente le migliori produzioni della scultura polinesiana, melanesiana ed indonesiana.

Chui-tzu. Scimmia seduta che mangia una pesca.
Pietra verde.
H. cm. 2,8.
 
Il nome cinese più accreditato di tali bottoni è chui-tzu, con riferimento alla loro funzione di contrappeso da cintura.
Ritrovati anche nel Tibet (*2) ed in Mongolia, i chui-tzu giunti sino a noi provengono prevalentemente dalla Cina Nord-Occidentale e, sul piano cronologico, vanno collocati in un arco di tempo molto vasto che, partendo da alcune tracce del III secolo a.C., trova come unici punti fermi la loro migrazione verso il Giappone (alla fine del '500) e la loro scomparsa negli anni '40 conseguentemente alle modificazioni avvenute nell'abbigliamento tradizionale dell'uomo cinese.
L'unica pubblicazione conosciuta a tutt'oggi mi risulta essere quella della collezione Bieber edita a Filadelfia nel 1962 (*1).

La scimmia.

Nei chui-tzu la figura umana appare abbastanza raramente; varie sono invece le rappresentazioni di animali, di vegetali, di oggetti, di esseri mitologici o di simboli religiosi.
Il tema della scimmia, comunque, è quello che risulta di gran lunga più diffuso, tanto sul piano numerico quanto su quello della dislocazione geografica.
Cito a questo proposito che il bronzetto di scimmia raccolto in Tibet Occidentale dal Prof. Tucci (*2) e dallo stesso collegato alla tradizionale origine del popolo tibetano (unione di una scimmia e di un demone femmina), è perfettamente identico a quelli della nostra collezione provenienti con certezza dal Nord-Ovest cinese.

 

Chui-tzu. Scimmie che mangiano una pesca.
Bronzo.
H. cm. 3,5 e 3,3.
 
La posizione degli arti con i gomiti appoggiati alle ginocchia, il muso trattato in forma di cuore, le perfette geometrie o le soluzioni surreali, sono solo alcune delle sintesi estetiche comuni.
Queste sorprendenti affinità inducono a pensare che la migrazione degli stilemi artistici indiani verso oriente, avvenuta dopo l'inizio della nostra era e che secondo Douglas Fraser (*3) diede origine al cosiddetto stile indo-austronesiano, abbia prodotto influenze analoghe su questa specifica manifestazione artistica cinese, generando soluzioni plastiche estremamente lontane dal contesto culturale originario.
 
 
Chui-tzu. Scimmia seduta, intenta a mangiare una pesca.
Legno e metallo. H. cm. 5.

L'iconografia prevalente presenta la scimmia in posizione seduta ed intenta a mangiare una pesca. Purtroppo le informazioni raccolte sul campo non hanno permesso di collegare tale positura, certamente simbolico-rituale, ad un mito o ad una leggenda precisi. Molto spesso accanto all'animale figura la prole. Quando i piccoli sono più di uno o ad essere rappresentata è un'intera stirpe di scimmie, il chui-tzu assume la valenza di amuleto per la fertilità.

Chui-tzu. Scimmia seduta che mangia una pesca.
Sul retro un piccolo nella stessa positura.
Legno duro.
H. cm. 4,4.

Chui-tzu e amuleto di fertilità. Stirpe di scimmie.
Legno duro.
Cm. 4 x 3,5 x 4,4.


Chui-tzu e amuleto di fertilità. Scimmia seduta, intenta a mangiare una pesca
e circondata dalla prole.
Legno e ottone.
H. cm. 4,5.


Chui-tzu. Scimmia seduta che stringe in grembo
il piccolo.
Avorio.
H. cm. 4,5.


Chui-tzu. Scimmie sedute in posizione contrapposta
con le mani portate al lato del capo.
Legno e chiodi di rame.
H. cm. 3.

La particolare cura ed attenzione che si avverte nella scelta dei legni denota una esigenza magico-rituale comune a molte culture tribali. Costante appare la predilezione per i legni duri e per talune essenze in particolare, in quanto considerate capaci di effetti terapeutici o magici.
Più in generale, la durezza dei materiali impiegati trovava sua giustificazione pratica nell'esigenza conservativa messa a dura prova dall'abitudine dell'uomo cinese di maneggiare in continuazione i chui-tzu durante le conversazioni (le superbe patine lo testimoniano).


Chui-tzu. Scimmie sedute che mangiano una pesca.
Legno duro.
H. cm3,8 e 3,7.


Chui-tzu. Scimmie sedute che mangiano una pesca.
Legno duro.
H. cm. 5,4, 4,2 e 6.


Chui-tzu. Scimmia seduta che mangia una pesca.
Pietra bianca, tracce di nero.
H. cm. 3,1.
.

In altri casi di funzione multipla la base del bottone è stata intagliata per permetterne l'utilizzo come timbro o sigillo. Si ritrovano poi minuscoli recipienti (tazze o bicchieri) ricavati accanto all'animale, piccoli specchi fissati nella regione addominale (scopo magico?) o ancora sonagli sapientemente realizzati all'interno della scultura.

Chui-tzu.
Il primo ha la base che costituisce un sigillo, il secondo
presenta un piccolo specchio fissato sull'addome.
Legno duro.
H. cm. 6 entrambi.


Chui-tzu.
Il primo, in legno duro, contiene un sonaglio, il secondo,
in corno, ha la parte posteriore del corpo realizzata in
forma di minuscola tazza.
H. cm. 4,8 e 3,7
.

Tornando alla specifica iconografia della scimmia, devo ancora segnalare che, in un contesto diverso da quello di bottone, la si ritrova, occasionalmente, nell'impugnatura di scatole, nella decorazione di contenitori per teiere o come semplice figura a funzione scaramantica.

Figura di scimmia che porta una ciotola. Non era utilizzata
come chui-tzu in quanto priva dei buchi per la cordicella.
Legno duro.
H. cm. 8,5.


Chui-tzu. Scimmia seduta che mangia una pesca.
Corno.
H. cm. 3,5.

Questo breve approccio con le sorprendenti produzioni plastiche dei chui-tzu cinesi finisce qui; mi auguro che esso possa stimolare l'interesse per approfondirne i significati e per studiarne i contenuti, permettendo nel contempo di riconsiderar-ne correttamente la collocazione, fino ad oggi oscura, in tante collezioni di tutto il mondo.

Chui-tzu. Scimmie sedute in posizione contrapposta ed intente
a mangiare una pesca.
Legno duro.
H. cm. 3,1.
 
Beppe Berna

NOTE

(*1) SCHUYLER CAMMAN - SUBSTANCE AND SYMBOL IN CHINESE TOGGLES.
Chinese belt toggles from the C. F. Bieber Collection, Philadelphia, 1962.

(*2) GIUSEPPE TUCCI - TIBET, n. 17 e 18, pag. 35, Nagel, Ginevra, 1975.

(*3) DOUGLAS FRASER - Arte primitiva, pag. 146 e seg., Il saggiatore, Milano, 1962.
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